Nata in Belgio e attualmente residente in un piccolo e antico borgo tra le valli del Montefeltro, Yvette Vandenweghe si avvicina alla fotografia negli anni Settanta dopo il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Tournai, seguendo poi i corsi di fotografia di George Vercheval, Direttore del Musée de la photographie à Mont sur Marchienne. Pratica il bianco e nero nell’Atelier de la Rue Voot a Bruxelles, con Felten & Massinger (Caravana Obscura).
Artista estremamente prolifica e a tutt’oggi in piena attività, la sua produzione spazia dalla ritrattistica alle tecniche del racconto fotografico, dal foto-libro d’artista ai foto-romanzi dedicati tra gli altri a Pier Paolo Pasolini, Alda Merini, Ernest Hemingway e Ezra Pound. Sue mostre si sono tenute a Bruxelles, in Friuli e a Kinshasa.
L’itinerario espositivo costituirà un viaggio all’interno della produzione di ritratti e auto-ritratti dell’autrice, incessante scandaglio di quei punti di rottura del visibile dove il senso di familiarità di un solido impianto paesaggistico tradizionale si apre improvvisamente a una dimensione arcana e straniante. Grazie a un’accurata messa in scena, a una inesauribile fantasia non priva di accenti ironici, di richiami all’attualità e alla storia dell’arte (al movimento surrealista ad esempio), nella serie di ritratti esposti sono gli stessi bizzarri soggetti a costituire il dettaglio incongruo e fuori posto che va a scompigliare la linearità temporale e il cosmo ordinato che li circonda: vere e proprie apparizioni di ‘strani abitanti’ fuori luogo e fuori tempo, sorpresi e strappati per un attimo alle epoche e alle terre straniere altrimenti inaccessibili da cui provengono. La mostra sarà accompagnata da un’installazione audio realizzata da Macula e dedicata all’artista.