“Sacroprofano”: ecco un possibile titolo per la mostra personale di Vedovamazzei al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, ospitata nei solenni spazi della chiesa settecentesca della Maddalena, costruita dall’architetto Luigi Vanvitelli, autore della Reggia di Caserta nel 1744. Uno spazio storicamente connotato e decisamente insolito per un’installazione di arte contemporanea, con la sua pianta a croce greca, le pareti spartite da lesene e colonne decorate con candidi stucchi barocchi, gli altari impreziositi dalle pale dipinte da Gian Andrea Lazzarini nella prima metà del Settecento.
Con il consueto spiazzamento che caratterizza la ricerca decennale di Vedovamazzei, abili manipolatori dello spirito fondante di luoghi e situazioni esplosive (penso al grande lampadario esposto al Centro per le Arti Contemporanee di Roma nel 2000, possibile rifugio per homeless che potevano comodamente riposare nel sacco a pelo di volpe argentata sistemato al centro del lampadario stesso), questa volta gli artisti hanno costruito dentro la chiesa della Maddalena alcuni gazebo in plastica, decorati all’interno con particolari di affreschi presenti sulle volte di altrettanti palazzi nobiliari pesaresi, chiusi al pubblico e riprodotti con la vernice spray, utilizzata normalmente dai graffittisti per imbrattare i muri degli edifici antichi.
Un doppio salto mortale per Vedovamazzei. Da una parte il riportare dentro uno spazio monumentale sacro e pubblico dei frammenti di luoghi profani e privati, dunque invisibili, dall’altra parte riprodurre con le bombolette spray, tipica espressione di una cultura underground, bassa e vandalica, soggetti tratti dalla storia dell’arte, alta e elitaria, per creare quel corto circuito tra arte e vita che fin dai tempi dei ready made di Duchamp costituisce uno dei filoni più interessanti e stimolanti dell’arte oggi. Né sacra né profana, ma senza dubbio foriera di puntuali e penetranti chiavi di lettura per interpretare in maniera attenta il nostro tempo.