GUIDO GUIDI

Il mare di Pesaro

22 dicembre – 15 gennaio 2006

a cura di Mariadele Conti

Vertebrare la costa da colle a colle. Fra il colle Ardizio e il colle San Bartolo, il fiume Foglia, scendendo a mare, definisce il sito alluvionale della città di Pesaro. La groma dei Romani si incarica di fissare le coordinate geometriche. Ma il mare è paradossalmente lontano dalla città: una presenza viva ma sbiadita, quasi inconscia. La geometria centuriata della città prevarica la geometria frattale della linea della costa. Ai piedi dei due colli, uno sviluppo edilizio dissennato e l’impatto duro delle infrastrutture viarie e ferroviarie impediscono una fondazione solida delle frange urbane. La città quasi rifiuta di confrontarsi col mare. Fondare nuovi segni forti ai piedi dei due colli significa ripristinare un dialogo intenso tra città e mare, coinvolgere il mare nei fatti urbani e portare sul mare attività vitali della città. Oltre il porto, a continuazione del porto, una grande piazza d’acqua e sabbia diviene il sostegno delle nuove attività culturali, ricreative e di spettacolo, e al contempo traccia una lunga passeggiata sospesa sul mare, da cui guardare, volgendo indietro lo sguardo, la città. Oltre la ferrovia, oltre la statale adriatica, un sistema di stazioni balneari e di moli, infrastruttura lo stretto cordone della spiaggia tra Pesaro e Fano, ai piedi del colle Ardizio.
La città sul mare. Il fronte-mare della città di Pesaro, oltrepassata la Statale Adriatica, è un tranquillo regolare disporsi di villette, palazzine, alberghi, su una griglia isotopa di strade. Se non fosse per la lucente sfera di Arnaldo Pomodoro, in asse con il cardo maximus, la spiaggia urbana apparirebbe come una semplice linea di confine, morbidamente tracciata tra città e mare. La città balneare oggi, tuttavia, tende ad essere un mondo diverso dal tranquillo luogo di villeggiatura cresciuto nel secolo scorso. La spiaggia urbana non è necessariamente più un semplice bordo di sabbia su cui scendono a bagnarsi i cittadini, in cerca di sole. La spiaggia urbana può trasformarsi in evento, può assumere una sua struttura, un suo disegno, una sua forza figurativa, e la città può entrare nel mare, colonizzando a tratti, utilizzare le barriere artificiali dei frangiflutti come infrastrutture per insediarvi scampoli di città, a favore della riscoperta stagionale del mare.

 

Testo di Renato Bocchi