Negli ultimi decenni si sono fatte strada nuove tendenze, dovute per lo più ad una sorta di ammorbidimento dei generi, ad uno sconfinamento reciproco delle tecniche e dei linguaggi espressivi. Così cinema, fumetto, illustrazione e grafica si sono esplorate rendendo a poco a poco sempre più labili i confini tra le arti. Così registi come Pedro Almodovar e Federico Fellini hanno lavorato rispettivamente con il fumetto e l’illustrazione, anzi per un certo periodo di tempo Fellini lavorò come vignettista, rendendo il concetto di creatività ancor più dinamico e straordinario. Ma non è tutto, grazie infatti a queste commistioni sono nati veri e propri generi come ad esempio i “graphic novel” ovvero romanzi grafici, da leggere e vedere contemporaneamente, molto seguiti dagli amanti delle culture d’avanguardia. Questa mostra mette in campo molte di queste tendenze che conducono a comprendere meglio il nostro tempo a renderci partecipi e complici di una narrazione pericolosamente affine a quei mondi spesso inesplorati che tutti ci troviamo dentro. Comporre immagini, dar vita a situazioni fantastiche, abbracciare la realtà rimandandone solo un’intima immagine, un riflesso, un punto di vista con la consapevolezza che andrà a produrre ben altri mondi. Questo il mestiere soave e spaventoso dell’artista, di colui che rompe la sicurezza del razionale, affidandosi a nuovi linguaggi da codificare. E’ bene perciò, eliminare fin da ora l’inutile distinzione tra pittura e illustrazione, o peggio tra arte di “serie a” e “serie b”, affidandoci ad una sola definizione per indicare chi opera attraverso la creatività: l’ artista.