Un dialogo tra Fabio Barile e Domingo Milella sul senso del tempo. Entrambi gli autori utilizzano la fotografia per trasporlo, ridurlo e costruirne un’immagine. I criteri di misurazione sono differenti: il primo riflette sul tempo geologico mentre il secondo sul tempo storico, ma ambedue compongono immagini che ne descrivono le forme.
Il lavoro di Domingo Milella, Indexing 2001/2016, racchiude le principali destinazioni di quindici anni di ricerca durante i quali l’autore ha raccolto immagini e segni di genti e culture svanite, abbastanza antiche da essere a noi straniere e spesso non decifrate. Il viaggio di Milella è cominciato nella periferia di Bari, la città in cui è cresciuto, ed è proseguito prima verso Oriente e poi verso Occidente segnando una mappa in cui l’uomo, spesso fisicamente assente, lascia comunque tracce della sua presenza. Il lavoro di Fabio Barile, An Investigation of the laws observable in the composition, dissolution and restoration of land, consiste nell’analisi dei complessi e intricati elementi che caratterizzano il paesaggio in cui viviamo, attraverso evidenze geologiche, sperimentazioni con materiali fotografici e simulazioni di fenomeni. Il suo intento è di stabilire un dialogo con la storia profonda del nostro pianeta che, eroso, compresso e plasmato, nel corso di miliardi di anni di trasformazioni, ha generato l’illusoria stabilità del paesaggio cui siamo abituati oggi.
Lo spirito di viaggiatori nel tempo è la cifra e l’impronta della ricerca dei due autori. La giustapposizione delle loro fotografie negli spazi del Loggiato e dell’attigua Chiesa del Suffragio, si traduce in un percorso a ritroso che è una discesa nell’ignoto, un viaggio nel cuore dell’umano, dal tempo presente fino al tempo profondo.