L’artista ha elaborato un progetto che si sviluppa secondo un itinerario che parte dal Suffragio per estendersi nel Loggiato dove grandi dipinti monocromi quadrati e una serie di sculture inedite in ferro, legno, resina e marmo definiscono un racconto espositivo dominato dall’ambiguità e giocato sulla relazione tra casualità e opera d’arte, attraverso intricate e complesse relazioni tra dipinti e sculture, tele e oggetti.
Si tratta di un percorso espositivo dominato dall’ambiguità e giocato sulla relazione tra casualità e opera d’arte, attraverso intricate e complesse relazioni tra dipinti e sculture, tele ed oggetti.
“La pittura contemporanea di un certo significato è essenzialmente concettuale” specifica l’artista. Insieme ai grandi dipinti che uniscono, come in un’antica quadreria Suffragio e Loggiato, Carboni presenta Forme Uniche, sculture legate ad un repertorio linguistico più freddo, portatrici di una eleganza algida e rarefatta che ricorda le macchine celibi di Marcel Duchamp.
“Nei dipinti e nelle sculture classicità e sperimentazione sono il paradosso di una dialettica reciproca e simultanea, attraversata dal senso dell’interrogazione nella rinuncia a ogni dichiarazione di metodo, dove il piacere erotico visivo può trasformarsi in qualsiasi momento in abuso e dove l’oggetto più silenzioso può diventare molesto senza che ne capiamo il perché” spiega Carboni.
La natura frammentaria e unitaria della mostra, ritrae perfettamente quella della nostra epoca, un’unione di opposti che convivono nella loro diversità con tutte le incertezze e le contraddizioni.